L’ascesa di Capo Plaza tra i grandi nomi della scena è stato uno dei fenomeni che ha definitivamente aperto le porte dei più elitari circuiti trap alla scena campana. Effettivamente se ci riflettiamo non è sbagliata l’affermazione di molti che parlano di Plaza come di iniziatore della seconda ondata trap, come catalizzatore della voce del sud: un ragazzo come tanti di Salerno che è riuscito a costruirsi in pochissimo tempo uno dei nomi più solidi, prolifici e redditizi del panorama. Per chi nasce in quei territori questa è una soddisfazione ancora maggiore, se si pensa a come essi vengano continuamente additati e persino derisi in alcuni contesti; il simbolo di Luca che è già riuscito nella sua partita è il punto di partenza per inquadrare la questione.
Sono passati già due anni dalla pubblicazione di 20, il suo disco d’esordio che aveva velocemente scalato le classifiche, ricevuto decine di certificazioni e che, soprattutto, gli aveva permesso di far arrivare la sua voce a tutta Italia. Lo stile si divincolava da sonorità in tutto legate alla trap fino a racconti di strada, tra concetti spesso semplici ma universalizzabili. L’amicizia, il rispetto, la gratitudine hanno catturato definitivamente i ragazzi, per lo più millenials, all’inizio colpiti da collane, diamanti e vestiti costosi: anche nei cliché della trap Capo Plaza non si è mai esposto troppo più di altri, inglobandosi sì in quell’immaginario ma con una particolare attenzione a rendersi esclusivo in altri modi. Tutto ciò ha portato 20 e la sua deluxe ad essere ascoltati perennemente dal suo pubblico che, in questo lungo periodo per i ritmi di mercato odierni, ha ripagato solo con pochi ma proficui singoli, anche qui per la maggior parte remix e featuring. Non che questi non siano arrivati ovunque, ma il pubblico e lui per primo aspettavano sicuramente altro.
Quell’altro lo possiamo ritrovare in Plaza, il secondo album ufficiale del rapper salernitano annunciato proprio pochi giorni fa e programmato per il prossimo 21 gennaio. Una lunga attesa che avrà portato lui stesso a riflettere sulle direzioni da intraprendere questa volta che, in piccola parte, ci ha già svelato. Partiamo infatti dal dato più interessante che ha svelato ai fan: si parla di 5 featuring, di cui 4 stranieri e uno italiano. Andiamo cauti a parlare di “sindrome di Sfera” perché le ambizioni internazionali del ragazzo erano già da tempo parte del suo percorso: da sempre attento in particolar modo ai nomi più grandi d’oltralpe, Plaza nel tempo ci ha regalato nomi di grande spessore come Ninho, Dosseh, A Boogie With Da Hoodie oltre che al recente remix con Ozuna e Tyga. La ricerca dell’estero è però impostata probabilmente con un’ottica diversa dal suo collega, non puntando a imporsi come personaggio quanto più con la sua musica in sé, con i singoli con cui cerca di scalare classifiche; aggiungiamo anche che i suoi stessi featuring stranieri sono sempre stati apprezzati anche dal nostro pubblico, più di altri esperimenti arrivati a metà. Facendo questo punta solo in parte ad ampliare il suo pubblico quanto a divertire quello che ha al momento che, alimentandosi anche di molti ascoltatori occasionali, ha di fatto ancora oggi pochi rivali in Italia.
Chiusa questa parentesi, le novità che potrebbe apportare al suo percorso partono ancora una volta da un ampliamento, questa volta di tipo musicale: per forza di cose troveremo incursioni pop a ponderare quello che si spera essere uno stile più crudo, non tanto nei testi quanto nell’immaginario e nelle immagini. Chissà, anche qui è difficile pronunciarsi ma si potrebbe pensare di un Plaza composto a metà d’innovazione, che ha intrapreso nuovi approcci, a metà di conferma, che sicuramente non rinuncerà ai capi saldi del suo stile. Tutto ciò fa stranamente pendere il tutto agli estremi, estremi in cui si divideranno alcune fasi del disco: mentre 20 era composto da uno stile tutto sommato lineare, questo Plaza potrebbe avere picchi di pop uniti a pochi ma attesi picchi più crudi.
A questo aggiungiamoci le esperienze maturate in questi ultimi anni, anni in cui ha potuto viveri le situazioni più particolari, dando alla strada una connotazione diversa rilegata probabilmente al passato: nonostante ciò, non è detto che non ci possano essere momenti più identitari della sua zona, come abbiamo visto dal trailer dell’album che sembra quasi portare a un impegno diverso. Sarà questa la svolta che ha ricercato nel suo nuovo disco? Non si può dare per certo, sta di fatto che Plaza sarà un’importante punto di snodo della sua carriera, in un ambiente in cui il suo nome non è più la novità ma in cui può ancora dire la sua ad un pubblico vastissimo, pronto ad attendere.
Articolo a cura di Luca Gissi!