
Martedì 15 aprile, al Naos di Roma, c’era una folla in attesa e un’energia che non si poteva spiegare con le parole. Fasma ha inaugurato così il suo Bisco Tour – una serie di date totalmente gratuite – con un live sold out che ha confermato, ancora una volta, quanto il legame tra lui e i suoi fan sia autentico, quasi carnale.
Dopo il successo virale di Mille Notti, l’artista romano torna con un nuovo singolo, “Vacci piano!”, fuori venerdì 18 aprile per Sony Music Italy. Un brano che è una carezza, ma anche un messaggio: anche nei luoghi più freddi, anche quando le emozioni sembrano congelate, un abbraccio può cambiare tutto.
Fasma, con la sua capacità di unire introspezione e intensità, rap e pop, grido e sussurro, si conferma una delle penne più sensibili della sua generazione. Lo abbiamo intervistato dopo l’apertura del tour per parlare di musica, cambiamento, amore e verità.
“Vacci piano!” è una metafora potente: un ghiacciaio che si scioglie con un abbraccio. Quanto è difficile oggi – anche per un artista – mostrare la propria vulnerabilità senza paura?
Io credo che sia il dovere di un artista, mostrare la parte più vulnerabile. Sicuramente per avere un contatto più sensibile con la musica; e poi per “insegnare” o per lo meno “mostrare” quanto tutte le nostre fragilità in realtà siano muri invisibile che dobbiamo rompere.
Hai scelto di regalare il Bisco Tour ai tuoi fan, rendendo ogni data gratuita. È un gesto raro, quasi rivoluzionario. Cosa ti ha spinto a farlo, e cosa hai provato vedendo Roma sold out fin dal primo live? (io c’ero e ti posso dire: si sentiva ogni parola!)
Innanzitutto, grazie mille di essere passata. Il “Bisco Tour” nasce da un’esigenza, da una necessità che si è trasformata in volontà e poi in realtà. Avevamo bisogno di farci sentire e di portare qualcosa che non entrasse nei soliti schemi “live”, ma che potesse sorprendere noi in primis e poi gli altri. Il “Bisco Tour” è un progetto da un perché moto forte, dove il “dove” e il “come” diventano dettagli.
Dopo “Mille Notti”, virale e personalissima, arrivi con un altro brano emotivo. Cosa ti ha ispirato in questo periodo? C’è una fase della tua vita che stai raccontando con questa nuova musica?
In realtà “Vacci Piano!” è una canzone che ho scritto anni fa. Quest periodo lo stiamo utilizzando per fare uscire tutti i brani passati, pezzi che abbiamo nel computer e che devono prendere aria e non più polvere, per poi creare un ponte per la musica che arriverà. È stata una sfida, in particolare, scrivere la seconda strofa, poiché è stata scritta anni dopo, ma il voler rimanere sincero e utilizzare il tempo al passato ha aiutato molto la stesura.
“Ho conosciuto la mia ombra!” è stato un album profondo, quasi un viaggio terapeutico. Dopo quel disco, ti senti cambiato come artista e come persona?
Sicuramente credo di essere cambiato, anche se preferisco dire che sono cresciuto; non mi sento affatto lontano dalla mia radice, anzi…forse mi sento più vicino che mai. Sicuramente oggi sono consapevole e carico, con tanta voglia di continuare a crescere.
Nei tuoi live c’è una forza incredibile: sembra quasi che tu stia vivendo ogni canzone per la prima volta. Che tipo di rapporto hai con il palco oggi? E quanto ti cambia ogni concerto?
Sicuramente credo di essere cambiato, anche se preferisco dire che sono cresciuto; non mi sento affatto lontano dalla mia radice, anzi…forse mi sento più vicino che mai. Sicuramente oggi sono consapevole e carico, con tanta voglia di continuare a crescere.
Hai portato due brani a Sanremo, entrambi premiati e diventati hit. Torneresti all’Ariston? E se sì, con quale stato d’animo rispetto alla prima volta?
Sicuramente sì, personalmente lo trovo un mezzo importante per portare messaggi. Se mai ci tornerò, porterò un mio messaggio d’amore.
Dalle barre al canto, dalla rabbia all’introspezione: il tuo stile è liquido, in continua evoluzione. Come descriveresti oggi la tua musica a chi ancora non ti conosce?
Posso dire che la musica che faccio cresce con me, non mi interessa pensare a quello che potevo fare ieri, penso a quello che posso fare oggi e che potrò domani. Mi piace vedermi come un falegname che col tempo affina la sua arte e riesce a trasformare a suo piacimento sempre di più la materia.
Dopo Milano e Bari, cosa ci dobbiamo aspettare? C’è un nuovo progetto in arrivo o stai vivendo questo momento di libertà artistica senza pressioni?
Libertà senza pressione, senza aspettative. Quello che vogliamo fare è fare bellissime cose, sono fortunato ad avere un team di belle persone, quindi so che dovunque andremo muoveremo il mare dalla terra.
A cura di Eva Berretta!