
Dopo aver dominato l’estate con “MAMMAMÌ”, conquistando il disco di platino e facendo ballare tutta Italia, PETIT torna con un nuovo brano che segna un’evoluzione artistica: “Mezzanotte”, prodotto da Dardust. Una collaborazione che fonde melodia e introspezione, energia e delicatezza, raccontando il lato più complesso delle relazioni.
“Mezzanotte” è un orario simbolico: è la fine di un giorno e l’inizio di un altro, il confine tra
passato e futuro. Questo concetto ha un significato anche per te, oltre la canzone? C’è qualcosa che hai lasciato alle spalle e qualcosa che invece vuoi inaugurare con questa nuova fase della tua carriera?
mezzanotte, non ha un significato particolare per me, se non che vuole sancire la mia crescita artistica nel mio percorso sto cercando di maturare nella mia scrittura, ma anche con i produttori di trovare la mia cifra stilistica.
Dardust ha un’impronta sonora riconoscibile, quasi cinematografica. Come è nato il vostro incontro e in che modo la sua produzione ha influenzato il tuo modo di scrivere o interpretare? Hai scoperto nuove sfumature di te stesso grazie a questa collaborazione?
Con Dardust ci siamo conosciuti in una session per mammami e da subito abbiamo legato sia a livello umano che a livello artistico trovo che lui sia un produttore fantastico che riesce a rappresentare benissimo quello che voglio in ogni singolo. Grazie a questa collaborazione, sicuramente ho scoperto delle parti nuove di me Perché mi sprona ad essere curioso e soprattutto a non mettermi limiti e se voglio so che con lui posso anche “esagerare” senza avere paura di quello che voglio rappresentare.
Le tue radici francesi e napoletane sono un punto di forza evidente nella tua musica. Non solo nella lingua, ma nel ritmo, nel modo di raccontare le emozioni. Se dovessi definire la tua identità musicale in tre parole, quali sceglieresti e perché?
Se dovessi rappresentare la mia identità musicale in 3 parole direi: curioso, francese e napoletano perché la mia curiosità mi porta a voler rappresentare sia la parte francese che la parte napoletana della mia famiglia e mischiarle mi rende molto curioso.
Da “Brooklyn” a “Mammamì”, il tuo percorso artistico è stato un crescendo. Guardandoti indietro, qual è stata la lezione più importante che hai imparato nel passaggio da talent a artista discografico?
Di non montarmi la testa, perché bisogna sempre essere umili e i miei genitori mi hanno insegnato l’umiltà e a essere sempre educati con tutti
I tuoi fan apprezzano il tuo lato più spontaneo e genuino. Nell’epoca dei social, dove tutto sembra costruito e filtrato, quanto è difficile mantenere questa autenticità? Ti sei mai sentito sotto pressione per rispondere alle aspettative del pubblico?
Non mi sono mai sentito in difficoltà perché io sono sempre stato me stesso e non ho mai sentito il bisogno di costruirmi un personaggio di filtrare quella che è la mia persona. Sono stato un po’ sotto pressione una volta finito Amici perché comunque mi sono sentito una responsabilità di continuare a portare quello che le persone
hanno iniziato ad amare nel programma e mi piace “non deludere le persone”, però mi sento comunque di poter essere me stesso e di poter portare in campo anche cose nuove, come sto cercando di fare da lingerie e con mezzanotte.
Nel testo di “Mezzanotte” parli di una relazione in bilico, di un amore che non trova mai una fine netta. È una storia che hai vissuto in prima persona o è più una riflessione universale sulle dinamiche umane?
Non è una riflessione in prima persona, ma è un racconto di quello che ho sentito da amici, o comunque a me piace molto rappresentare quello che vedo e non per forza quello che provo, mi piace raccontare storie, mi piace potermi immedesimare anche in qualcosa che magari per ora non mi è mai successo – magari mi capiterà in futuro
Hai spoilerato sui social di avere “tanta musica pronta in cantiere”. Quanto dobbiamo aspettare per il tuo prossimo progetto? Possiamo aspettarci un album o preferisci continuare a rilasciare singoli?
Non voglio spoilerare nulla, ma aspettatevi comunque tanta musica prossimamente
Se dovessi dare un consiglio a chi, come te qualche anno fa, sogna di trasformare la musica in una carriera, cosa diresti? C’è qualcosa che avresti voluto sapere prima di iniziare questo viaggio?
Consiglierei di non aver paura di osare, ma comunque di essere sempre se stessi e di non cambiare per un’industria perché se non sei te stesso credo fortemente che in realtà non andrai mai da nessuna parte. Non avrei voluto sapere nulla prima perché comunque mi piace la vita che sto facendo il percorso che sto intraprendendo la vita di un artista comprende comunque molti sacrifici, ma li sto facendo con molto piacere, perché è quello che amo fare.
Intervista a cura di Eva Berretta!