
Ciao Spender, ti ringraziamo per la possibilità di intervistati. Per rompere il ghiaccio voglio chiederti come stai?
Mi sento bene, sono contento dell’uscita del mio nuovo progetto. Non droppato da un po’, quindi tornare a farlo è stato bello.
Tossico è un titolo forte e diretto. Cosa rappresenta per te? Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere?
Il titolo ha tante facce. Sinceramente ogni volta che mi si viene fatta questa domanda penso di aggiungere qualcosa di nuovo. Io credo che definirsi “tossico” non sia facile, ammettere di avere un problema è una sfida dura per l’essere umano. Il mio obiettivo è quello di trasformare questa parola, che spesso è stato un insulto, in un qualcosa di nuovo.
Per molti sei un esempio, come affronti questo fatto?
Mi concentro molto su questo aspetto. Io, per fortuna, sono circondato da esempi ovvero persone che nel corso della mia vita mi hanno aiutato e dalle quali prendo esempio. È un onore essere per me da esempio per altre persone, è uno dei sentimenti che mi muove di più a fare qualcosa di buono.
Un po’ di tempo fa dicevi di essere “Spender perché spendi”, con questo tuo progetto pensi di aver dimostrato altro?
Sicuramente il mio nome viene da un percorso di intimità personale ma non lo sono mai stato come lo sono ora. Adesso penso di essere diventato uno Spender più maturo e cresciuto.
Ci sono collaborazioni particolari in questo progetto? Come hai scelto gli artisti con cui lavorare?
Le collaborazioni nascono da una amicizia e stima reciproca con tutti quanti che va avanti ormai da anni. Credo che tutti siano il gruppo di amici con cui preferisco più stare. Sono solo che contento abbiano deciso di collaborare con me in questo mio progetto e percorso.
Qual è stata la traccia più difficile da scrivere, emotivamente parlando?
Sicuramente è stata “Fabbrica dei sogni”, non tanto in studio perché di per sé è venuta alla prima volta, ma lo è stata nella scrittura. Dato ciò che ho voluto dire per dei particolari ci sono stato uno/due mesi per incbare bene quello che volevo dire. Credo che questa sia una traccia molto onesta con all’interno molti particolari interessanti.
Molte delle tue canzoni affrontano temi profondi: quanto c’è di autobiografico nei testi?
In questo progetto ho provato a raccontare un po’ di più cosa sono da dove vengo. Sono voluto partire dal dolore per far vedere anche la speranza.
“Prima scrivo un libro, dopo facciamo il film”, il libro adesso uscirà… Il film invece quando?
Nel 2030 haha. Il libro è stato un processo creativo diverso per me. Ho voluto raccontare me stesso, ho fatto una fotografia alla mia vita. Ripercorrere il mio vissuto non è stato facile.
Ti ringrazio un sacco per la bellissima chiacchierata. Ti chiedo per ultima cosa di salutare tutti quelli che ti hanno aiutato in questo progetto.
Ringrazio tutti quanti. Ringrazio il mio manager, il mio avvocato, il mio team e tutti coloro che sono stati dietro di me. La mia famiglia, le mie ragazze haha ed i miei amici. Senza di loro sarei stato meno di zero.
Intervista a cura di Perseo Gatti!