
Ciao Seltsam, benvenuto a questa nostra chiacchierata insieme per rompere gli indugi partiamo dal facile: “come stai?”
La domanda ‘’come stai’’ è sempre la domanda più difficile! Sono molto contento degli ultimi 6 mesi e sono felice per le cose che mi stanno accadendo. Ma, come ogni artista, mi trincero dietro il dolore, perché fa sempre più comodo dire di stare male, in un certo senso, come se, stando bene, le cose possono non funzionare più. Mentre, stando male, si può sempre migliorare.
Da poco è uscita “tutti i rimpianti che hai”. C’è una chiave di lettura autobigrafica in questo brano?
‘’Tutti I Rimpianti Che Hai’’ racconta la contrapposizione che c’è tra la ragazza della storia che si trova a suo agio nei contesti sociali come la discoteca, il paradigma del contesto sociale stesso, e la mia persona, che in questi contesti non sa stare, molto timida e che sta per le sue. Ma, da un punto di vista più profondo, la ragazza nella quale in parte mi rivedo, che è a suo agio in quell’ambiente, in realtà, è più profonda di quello che sembra; e quello che abbiamo voluto trasmettere è la difficoltà di fingere di accettare i suoi difetti che, nel momento sociale, vengono oscurati dalla sua luce.
“Con gli occhi chiusi ti scorderai tutti i i rimpianti che hai” tu sei riuscito a scordare i tuoi?
No, non sono riuscito a scordare i miei. Presto usciranno delle canzoni che ne parlano. Penso che nella vita il rimpianto sia solamente la paura di non aver vissuto nel momento nel quale si doveva vivere. Penso questa sia un’esperienza di vita diffusa.
“Hai dimenticato che so che cosa hai sotto i vestiti”. Cosa troviamo sotto i tuoi vestiti da artista?
Sono un ragazzo ‘’normale’’ e voglio raccontare quella che è la vita di tutti i giorni. Nulla di fantasioso e nulla sopra le righe. Ho scritto canzoni che parlano d’amore, canzoni che parlano di università e di adolescenza. Non mi piace dare alla mia arte ‘’la patente’’ di arte.
Dei brani pubblicati fino a ora ne troviamo uno al quale sei particolarmente legato?
Bella domanda! Sicuramente a ‘’Canteremo un ritornello’’, perché l’ho scritta in un momento di difficoltà, mentre preparavo un esame importante e difficile all’università di Giurisprudenza. Il brano mi ha aiutato in primis a superarlo, e poi, dopo un momento di stallo con la musica, mi ero dato quella canzone come punto di svolta. Infatti, quel brano mi ha dato quello che mi aspettavo e la voglia di proseguire quella strada.
Come ti fa sentire da romano essere parte della Honiro label, storica etichetta romana?
Honiro per me è casa. Ho uno splendido rapporto con ogni persona che lavora dentro. Ho iniziato a 16/17 anni a cantare le cover di Ultimo e sentire la voce di ‘’Honiro Label’’ prima dei miei brani è come esordire con la propria squadra del cuore e sentire i propri tifosi cantare. Honiro ha quella magia che difficilmente un romano non riesce ad apprezzare; e Roma è dove voglio stare.
Tra live e musica un studio dove ti trovi più a tuo agio?
Inizialmente mi sentivo più a mio agio in studio, essendo timido. Adesso che le persone cominciano a cantare le mie canzoni sotto il palco, vivo l’esperienza come la più bella che si possa fare e mi diverto tantissimo.
In che modo, attraverso i tuoi testi, ti senti un rappresentante delle generazione?
Non so se sono un rappresentante della mia generazione, ma provo a raccontare dei problemi che si affrontano ogni giorno nella vita di un qualsiasi ragazzo, senza parlare di vite fuori dagli schemi normali. Spero con la mia musica di non far sentire sole alcune persone, come mi sono sentito io ad affrontare alcuni problemi a volte.
Domanda extramusicale : l’energia elettrica per la mobilità è davvero il futuro?
La domanda più difficile che mi abbiano fatto in vita mia. Sono cresciuto con mio nonno Armando che mi raccontava un mondo fatto di motori e benzina. Sono innamorato dello sport con i motori e appassionato di macchine. Ad ogni modo, non penso che l’energia elettrica sia la soluzione, in quanto non abbiamo ancora le infrastrutture adatte a supportare il passaggio al Green. Spero, invece, un passaggio all’idrogeno per il romanticismo che c’è dietro all’accensione del motore. Da quello che dicono, l’idrogeno è a zero emissione. Quindi, non perderemmo il fascino e la tradizione.
Per concludere questa nostra chiacchierata insieme ti invitiamo a salutare e ringraziare chi vuoi! Alla prossima
Per concludere, voglio ringraziare il mio produttore Niagara, senza il quale non sarei dove sono, a cui devo tutto. Ci tengo a ringraziare tutti coloro che lavorano al mio progetto: i ragazzi di Honiro, 6ix Floor, chi ha scritto con me il brano, Leo Luca, anche Wago sulla produzione e Polare, il mio chitarrista. Ringrazio anche le persone che mi permettono di essere me stesso: la mia famiglia, mia sorella, mia madre, mio padre, anche il mio cane, se no i suoi fan si arrabbiano (ridendo) e voi per questa intervista. Un bacio e alla prossima!
Intervista a cura di Jean Denis Marchiori!