
Nosferatu e solitudine: Cosa rappresenta per te Nosferatu oltre la metafora della solitudine?
Nosferatu rappresenta la fame e l’emarginazione, il completo distacco da una società che non si sposa con la sua figura. Dire “mi sento Nosferatu” è un po’ come dire “mi sento un outsider”. Per non parlare ovviamente del mio stile, la mia immagine e del mio nome, “Lamia” era il nome di una figura della mitologia greca simile a un vampiro.
Tradizione e innovazione: Come scegli di fondere G-Funk e rap contemporaneo nel tuo sound?
Sono sempre stato un fan della g-unit e ultimamente sto scoprendo che quel sound è veramente la mia dimensione. Dischi come “Get Rich Or Die Tryin’” o “Beg For Mercy” hanno lasciato un segno indelebile e sono convinto che tutti apprezzerebbero un ritorno di quelle sonorità, persino alcuni rapper già affermati stanno riprendendo quei riferimenti ultimamente. Poi ovviamente l’aspetto tecnico delle produzioni è spettato a Volta. E’ stato lui a prendere quel sound e a farlo suonare fresco.
Controcultura: Cosa significa per te essere controcorrente nella musica oggi?
La musica in questo periodo storico è molto veloce: fare canzoni è facilissimo e c’è un vero sovraccarico di materiale. Perciò, non essendoci una vera e propria “corrente”, credo che l’unico modo di definirsi “controcorrente” sia essere se stessi, fare la propria musica fregandosene di influenze esterne, di giudizi e di classifiche. Esprimersi a pieno senza il pensiero di svoltare o di diventare famosi. La trasparenza è la forma di
controcultura del momento.
Critica al sistema: Qual è l’aspetto dell’industria musicale italiana che vorresti cambiare?
Le playlist di spotify, che ormai sono le nuove radio, sotto il monopolio delle grandi major. Non è un segreto che le grandi discografiche controllano le selezioni di spotify in modo da inserirci i loro artisti, questo però crea un totale isolamento dei musicisti indipendenti che devono lottare con le unghie per farsi vedere da qualcuno. La colpa di
tutto ciò è anche del pubblico medio: la gran parte degli ascoltatori non sceglie cosa ascoltare, ma assimila ciò che gli viene imposto attraverso mezzi come le playlist.
Nessuno ricerca artisti in particolare e siamo nell’era dello scrolling, dove il nostro cervello viene abituato ad apprezzare tutto ciò che gli viene messo davanti; e questo accade anche nella musica.
Ironia e autenticità: come riesci a mantenere autentica la tua arte senza cedere nelle logiche del mercato?
Cerco di fare ciò che piace a me e di costruire il mio modo di fare le cose. Amo avere il mio linguaggio, le mie metriche, il mio sound, ecc. L’obiettivo è portare qualcosa di nuovo. Sono sicuro che con il tempo il pubblico che mi sto costruendo diventerà più grande.
Nuovo nome, nuova identità: Come è cambiato il tuo approccio con il passaggio da “Regazzino” a “Lamia”?
Mi piace dire che “Lamia” non è altro che la parte scura di “Regazzino”. Dopo numerose fregature e porte in faccia ho deciso che era arrivato il momento di smettere di dire che andava tutto bene e di arrabbiarsi. Prima volevo portare good vibez, far divertire le persone e divertirmi io in primis. Ora invece sono molto più menefreghista, sono più sicuro di me e molto più incazzato.
Influenze: quali artisti o generi hanno influenzato maggiormente il tuo percorso?
Come ho già detto, sono sempre stato un super fan di 50cent e della G-unit, ma allo stesso modo sono fissato con Tyga, Lil Wayne, YG e ovviamente tutte le leggende come Pac, Biggie e via dicendo. Tutti questi artisti hanno contribuito a creare ciò che sono.
Oltre al rap ho ascoltato anche molto rock soprattutto da piccolo con mio padre. Lui era appassionato di AC/DC, Green Day e U2. In numerosi pezzi che ho in cantiere, infatti, ci saranno chitarre elettriche e batterie reali. Chi vivrà, vedrà.
Visione futura: qual è il messaggio principale che vuoi lasciare con la tua musica?
Vorrei far capire che la rabbia e le emozioni negative non devono essere per forza represse o viste come un ostacolo. Usarle come carburante e incanalarle nella musica può trasformarle in qualcosa di utile. Oltre a questo, vorrei solo raccontare la mia storia, esprimermi e far vedere chi sono, con la speranza che più persone possibile possano rivedersi nella mia storia e viaggiare sulla mia stessa lunghezza d’onda.
Intervista a cura di JdOnTheBeat!