Nel titolo “Finta Nostalgia”, cosa rappresenta per te la nostalgia? È un sentimento con cui hai sempre avuto un rapporto o è qualcosa che è emerso con il tempo?
“In generale mi considero una persona nostalgica, ma in senso positivo. A 22 anni non è che si possa provare una vera nostalgia; piuttosto, ho la tendenza a guardare spesso al passato per riflettere su chi ero e su come sono cresciuto o cambiato. Questo EP è nato proprio con questa idea: ho voluto raccogliere brani più vecchi, già pubblicati, che rappresentano il mio percorso, insieme a nuove canzoni che raccontano il me di oggi. Proprio da questo deriva il titolo.
2. Questo EP esplora relazioni e ricordi che hanno lasciato il segno. In che modo credi che le tue esperienze personali abbiano influenzato la scrittura dei nuovi brani?
“Credo che le mie esperienze personali influenzino completamente la mia scrittura, perché scrivo di ciò che vivo. Negli ultimi due anni ho avuto modo di sperimentare, crescere e fare nuove esperienze, e questo mi ha permesso di capire con maggiore chiarezza cosa volessi scrivere e come volevo raccontarlo. In particolare, è stato decisivo nella scrittura dei nuovi brani, perché avevo ben presenti le storie che desideravo condividere.”
3. Hai collaborato con diversi produttori in questo progetto. Come hanno arricchito il tuo processo creativo, e come è cambiata la tua visione musicale grazie al loro contributo?
“Credo che queste esperienze abbiano contribuito enormemente alla mia crescita, sia professionale sia artistica. Conoscere persone nuove e vivere esperienze diverse è, in fondo, parte integrante del percorso di crescita. Questo EP rappresenta bene il mio viaggio, ed è anche grazie a chi mi ha aiutato a uscire dalla mia comfort zone, spingendomi a sperimentare, dai produttori, agli autori e co-autori. Sono una persona che trae molta ispirazione dal confronto e dal dialogo con nuove voci e artisti, e questo stimolo è stato fondamentale.”
4. “Tornado” sembra rappresentare il ritorno di emozioni forti legate a una persona del passato. Come hai vissuto il bilanciamento tra la vulnerabilità di questa esperienza e la forza espressiva della canzone?
“Diciamo che ormai ci sono abbastanza abituato, perché fin dall’inizio tutte le mie canzoni hanno raccontato, in un modo o nell’altro, le mie esperienze personali. Cerco sempre di mantenere questo equilibrio, che credo sia anche la forza delle mie canzoni: parlano di esperienze autentiche, di momenti vulnerabili, che in fondo appartengono un po’ a tutti. Insomma, ho imparato a viverla serenamente.”
5. Con canzoni come “Concedimi” e “Virale” hai già raggiunto risultati straordinari. Come vivi la pressione di replicare questi successi o di rispondere alle aspettative del tuo pubblico?
Cerco di non crearmi aspettative: faccio musica perché mi piace, cercando di restare autentico con me stesso, con la mia scrittura e i miei istinti. Credo che sia questa la chiave per raggiungere il pubblico e creare un impatto, più che inseguire un successo da replicare. Penso che brani come “Concedimi” e “Virale” funzionino proprio per questo motivo. Non sento la necessità di riprodurre esattamente ciò che ho già fatto, quanto piuttosto di continuare su questa strada, evolvendo e crescendo senza mai rimanere la stessa persona di prima. Voglio migliorare e imparare dai miei errori.
6. “Assurdo” ha aperto il tuo 2024. Qual è stata la motivazione principale dietro questo brano e come si collega al resto dell’EP?
“”Assurdo” rappresenta per me un primo passo verso un Matteo più maturo e consapevole, sia nella scrittura che nelle sonorità. Ho lavorato al testo insieme a Federica Abbate, che ammiro moltissimo, mentre per la produzione ho scelto Jvli, che considero uno dei produttori più freschi e moderni del momento. È riuscito a trasformare una melodia classica, tipica del mio stile e di quello che ho creato con Federica, in qualcosa di nuovo e attuale, perfetto per rappresentare il ‘nuovo Matteo’ e per introdurre “Tornado”. Ho scelto di pubblicare prima questo brano proprio perché simboleggia la mia crescita, la mia sperimentazione e la ricerca della mia identità artistica.”
7. Tra i tuoi inediti c’è anche “Non Esisti”: puoi darci qualche anticipazione su cosa possiamo aspettarci da questa traccia in termini di temi o sonorità?
“Considero “Non Esisti” una delle canzoni più autentiche e vulnerabili che abbia mai scritto. È un po’ la mia “Concedimi” 2.0: l’ho composta nella mia stanza a Milano, anziché a Cuneo, in un’atmosfera molto intima, e racconta di me al 100%. Parla delle difficoltà che incontro nel relazionarmi con le persone, specialmente nel fare il primo passo, espormi e mostrarmi vulnerabile. La sonorità è intima e minimalista, come piace a me, arricchita da molti cori. Ho lavorato con Tom, un caro amico e produttore che mi conosce dai primi passi in questo mondo. Credo che riesca a donare alla canzone una magia che mi emoziona ogni volta che la ascolto.”
8. Come immagini il tuo percorso musicale da qui in avanti? C’è qualcosa di particolare che vorresti esplorare o un messaggio che senti di voler comunicare?
“Credo che le canzoni inedite dell’EP rappresentino perfettamente la direzione in cui voglio andare, nonché la mia attuale dimensione e chiave sonora artistica. Continuerò a esplorare questo aspetto e spero di far conoscere la mia musica a un pubblico sempre più ampio. Spero anche di portare la mia musica in un tour, anche se al momento non ci sono piani definiti e spero di continuare a crescere attraverso la musica.”
9. Il titolo “Finta Nostalgia” sembra suggerire una riflessione sulla memoria e l’illusione. Quanto senti che il nostro passato, anche quello idealizzato, influisce sulle scelte che facciamo nel presente?
“Ritengo che il passato influenzi profondamente ciò che facciamo oggi. È grazie a quel passato che ci comportiamo in un certo modo e siamo le persone che siamo. Credo fermamente nel concetto di ‘finta nostalgia’: guardare indietro ci permette di vedere da dove siamo partiti e quanto siamo cresciuti. Questo è parte integrante del percorso di crescita, che implica maturare, vedere le cose in modo diverso ed esplorare nuovi orizzonti, uscendo dalla propria comfort zone. Perciò, considero il passato non solo importante, ma anche fondamentale per il nostro sviluppo.”
Intervista a cura di Eva Berretta!